Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13519 del 30 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:13519PEN

Massima

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Il reato di ingiuria è configurabile quando l'agente, con espressioni offensive e gratuitamente lesive della reputazione altrui, manifesta il proprio disprezzo o la propria avversione nei confronti della persona offesa, senza che rilevi la sussistenza di una causa di giustificazione, come l'esercizio del diritto di critica o la reciprocità delle ingiurie. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla coscienza e volontà di pronunciare frasi offensive, a prescindere dalla loro portata effettivamente lesiva della reputazione, e la condizione di procedibilità è integrata dalla presentazione di querela da parte del soggetto offeso. Il sindacato della Corte di Cassazione in sede di ricorso è limitato al controllo della correttezza dell'iter argomentativo seguito dal giudice di merito, senza possibilità di riesame delle risultanze istruttorie, salvo il caso in cui la prova non considerata o travisata incida in modo determinante sulla motivazione censurata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo Mar - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. LIGNOLA F. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 109/2012 GIUDICE DI PACE di VERBANIA, del 21/01/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/01/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FERDINANDO LIGNOLA;

Il Sostituto Procuratore generale della Corte di cassazione, Dott. Mario Fraticelli, ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 21 gennaio 201…

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