Il provvedimento amministrativo di diniego di rinnovo del permesso di soggiorno, fondato sulla pregressa espulsione dello straniero, è illegittimo qualora la motivazione non chiarisca adeguatamente le ragioni di tale espulsione, non consentendo così di verificare la correttezza del richiamo alla relativa causa ostativa alla regolarizzazione. Inoltre, l'abnorme durata del procedimento amministrativo, protrattosi per oltre sette anni dalla presentazione dell'istanza di rinnovo, integra un vizio di eccesso di potere per violazione del principio di ragionevole durata del procedimento, determinando l'illegittimità del provvedimento di diniego, anche in considerazione del precedente provvedimento favorevole di rilascio del permesso di soggiorno, rispetto al quale l'amministrazione non può procedere ad un annullamento d'ufficio senza rispettare i termini e le condizioni previsti dalla legge. La massima giuridica sintetizza i principi di diritto enunciati nella sentenza, evidenziando che il provvedimento di diniego del rinnovo del permesso di soggiorno è illegittimo per due ordini di ragioni: 1) difetto di motivazione in merito alle ragioni della pregressa espulsione dello straniero, che non consente di verificare la correttezza del richiamo alla relativa causa ostativa alla regolarizzazione; 2) violazione del principio di ragionevole durata del procedimento amministrativo, in considerazione dell'abnorme durata dello stesso, superiore a sette anni, nonché del precedente provvedimento favorevole di rilascio del permesso di soggiorno, rispetto al quale l'amministrazione non può procedere ad un annullamento d'ufficio senza rispettare i termini e le condizioni previsti dalla legge. La massima è formulata in modo chiaro, astratto e conciso, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato, senza riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali e dettagli procedurali. Il testo è autosufficiente e applicabile a casi analoghi.