Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 29347 del 9 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:29347PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando dei poteri del proprio ufficio e violando norme di legge e di regolamento, svolge attività investigative e raccoglie informazioni per conto di un privato, procurandogli un ingiusto vantaggio patrimoniale, commette il reato di abuso d'ufficio. Inoltre, qualora il privato corrisponda al pubblico ufficiale denaro o altra utilità in cambio di tali attività, entrambi rispondono del reato di corruzione. Il giudice di merito può ritenere provata la sussistenza di tali reati sulla base di dichiarazioni confessorie del privato, anche se parzialmente contraddittorie, qualora siano riscontrate da elementi oggettivi, come l'emissione e l'incasso di assegni, le ammissioni parziali degli imputati e le testimonianze. Il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione delle prove a quella compiuta dal giudice di merito, se la motivazione di quest'ultimo non presenta vizi di travisamento della prova, ma solo una diversa interpretazione dei fatti. Inoltre, il giudice di appello, riformando una sentenza assolutoria di primo grado, non è tenuto a motivare espressamente sul mancato riconoscimento di una circostanza attenuante, se questa non è stata richiesta dalla difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. APRILE E. - rel. Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

3. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 06/02/2012 della Corte di appello di Torino;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Ercole Aprile;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale RIELLO Luigi, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorsi;

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