Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9845 del 1 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:9845PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione non richiede l'esistenza di un nesso causale tra i fatti di distrazione ed il dissesto dell'impresa, in quanto, una volta intervenuta la dichiarazione di fallimento, detti fatti assumono rilevanza penale in qualsiasi tempo siano stati commessi e, quindi, anche quando l'impresa non versava ancora in condizioni di insolvenza. Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione va considerato come reato di pericolo e non è dunque necessario, per la sua sussistenza, la prova che la condotta abbia causato un effettivo pregiudizio ai creditori, il quale rileva esclusivamente ai fini della eventuale configurabilità dell'aggravante prevista dalla Legge Fallimentare. Per configurare il reato di bancarotta fraudolenta a carico della persona estranea al fallimento, occorre che la condotta realizzata in concorso col fallito sia stata efficiente per la produzione dell'evento e il terzo concorrente abbia operato con la consapevolezza e la volontà di aiutare l'imprenditore in dissesto a frustrare gli adempimenti predisposti dalla legge a tutela dei creditori dell'impresa. Ai fini della responsabilità per il reato di bancarotta fraudolenta documentale, la posizione di garanzia rivestita dall'imputato rileva anche per le condotte poste in essere in epoca precedente al suo incarico di amministratore, qualora le irregolarità contabili siano state accertate con riferimento a tale periodo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 733/2008 CORTE APPELLO di CAGLIARI, del 05/11/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/01/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Gaeta che ha concluso per il rigetto per entrambi;

Uditi i difensori Avv. (OMISSIS) per (OMISSIS) e (OMISSIS), Mancabitti per (OMISSIS) …

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