Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19544 del 18 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:19544PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, deve verificare la congruità e la logicità della motivazione del provvedimento impugnato, senza poter sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, salvo che non emerga una manifesta illogicità dell'iter argomentativo seguito. In particolare, in tema di reato di associazione di tipo mafioso, il requisito della gravità degli indizi non può essere ritenuto insussistente sulla base di una valutazione parcellizzata dei singoli elementi probatori, dovendosi invece apprezzare globalmente il complesso degli indizi, anche se ciascuno di essi, isolatamente considerato, potrebbe essere suscettibile di spiegazioni alternative, purché tali indizi, coordinati e valutati secondo logica coerente, siano idonei a dimostrare la partecipazione dell'indagato all'associazione criminale. Inoltre, in presenza della presunzione legale di adeguatezza della sola custodia cautelare in carcere prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p., il giudice è tenuto a verificare l'assenza di elementi idonei a superare tale presunzione, non essendo sufficienti i soli dati relativi all'incensuratezza dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GE. LE. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1431/2010 TRIB. LIBERTA' di MILANO, del 26/07/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNI DIOTALLEVI;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. SALVI Giovanni, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore avv. Caccamo Filippo Giovanni Maria, che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.

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