Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 49782 del 29 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:49782PEN

Massima

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La misura interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico servizio, applicata nei confronti di una persona indagata per reati di associazione per delinquere, abuso di ufficio e frode in competizioni sportive, commessi nella sua qualità di presidente di un comitato nazionale, perde di efficacia e determina la carenza di interesse all'impugnazione del provvedimento cautelare una volta che la misura stessa sia venuta meno nel corso del procedimento di gravame. Ciò in quanto l'interesse all'impugnazione, ai sensi dell'art. 568, comma 4, c.p.p., deve essere qualificato come collegato esclusivamente agli effetti primari e diretti del provvedimento, senza che possa rilevare la mera incidenza su situazioni di interesse, tutelabili in altra sede. Pertanto, la sopravvenuta estinzione della misura interdittiva comporta il venir meno dell'interesse alla decisione sul gravame, salvo che permanga la lesione di un diritto soggettivo, quale quello al conseguimento della riparazione per ingiusta detenzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

GA. GI. ;

avverso l'ordinanza 19 giugno 2009 del Tribunale di Reggio Calabria;

Visti gli atti, l'ordinanza denunciata ed il ricorso;

Udita in camera di consiglio la relazione fatta dal Presidente Dr. ((omissis));

Udite le conclusioni del Pubblico ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso per la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso per s…

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