Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto per l'esecuzione di un decreto della Corte di Appello passato in giudicato, che condannava l'Amministrazione al pagamento di un equo indennizzo per eccessiva durata del processo, ha ritenuto che l'Amministrazione abbia provveduto, in pendenza di lite, all'erogazione delle somme rivendicate, determinando così la cessazione della materia del contendere. Il Tribunale ha quindi condannato l'Amministrazione alla refusione delle spese di lite, liquidate in complessivi € 400,00, oltre accessori, ritenendo la particolare semplicità della controversia e la serialità del contenzioso. La massima che può essere tratta dalla sentenza è la seguente: L'Amministrazione che, in pendenza di lite, provvede all'erogazione delle somme rivendicate in esecuzione di un decreto giudiziale passato in giudicato, determina la cessazione della materia del contendere, con conseguente condanna alle spese di lite, tenuto conto della semplicità della controversia e della serialità del contenzioso. L'Amministrazione è tenuta all'esecuzione tempestiva dei provvedimenti giurisdizionali passati in giudicato, al fine di evitare l'insorgere di ulteriore contenzioso per l'inottemperanza. Il mancato adempimento può comportare la condanna al pagamento di un equo indennizzo per l'eccessiva durata del processo, nonché la refusione delle spese di lite, anche in assenza di una formale dichiarazione di soccombenza. Il principio di effettività della tutela giurisdizionale impone all'Amministrazione di dare esecuzione ai provvedimenti definitivi, senza ritardi o omissioni, al fine di garantire la piena soddisfazione del diritto riconosciuto in sede giurisdizionale. Il rispetto dei tempi processuali e l'adempimento spontaneo delle decisioni giudiziali costituiscono un dovere primario dell'Amministrazione, a tutela del buon andamento e dell'imparzialità dell'azione amministrativa.