Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31488 del 2 agosto 2007

ECLI:IT:CASS:2007:31488PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La responsabilità penale per il reato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso può essere validamente accertata sulla base delle dichiarazioni convergenti e attendibili di più collaboratori di giustizia, anche in assenza di riscontri oggettivi sui singoli episodi delittuosi loro attribuiti, purché tali dichiarazioni siano esaustivamente motivate e dimostrino in modo univoco l'effettiva appartenenza dell'imputato all'associazione criminale, anche in ruoli apicali e di responsabilità. La mancata contestazione di specifici fatti delittuosi all'imputato non esclude la sua responsabilità per il reato associativo, essendo sufficiente la prova del suo inserimento e del suo ruolo all'interno del sodalizio mafioso. La concessione o il diniego delle attenuanti generiche, così come la determinazione della pena, rientrano nella valutazione discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione deve ritenersi adeguata laddove faccia riferimento alla gravità del fatto e alla posizione di rilievo ricoperta dall'imputato all'interno dell'associazione, desumibili dalle dichiarazioni dei collaboratori. La prolungata latitanza dell'imputato costituisce altresì un elemento idoneo a giustificare la presunzione della disponibilità di elevate risorse economiche non altrimenti giustificate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luig - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DI TOMASSI M. Stefania - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

NI. Ig. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza in data 9.2.2005 della Corte d'assise d'appello di Catania;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. M. Stefania Di Tomassi;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Di Popolo Angelo, che ha concluso per la declaratoria d'inammissibilita' del ricorso.

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