Il Comune può imporre vincoli di inedificabilità e destinazioni a verde di mitigazione e interposizione su aree private, anche in presenza di altri vincoli paesaggistici, senza che ciò comporti un obbligo di indennizzo o di previsione di meccanismi perequativi, in quanto tali prescrizioni hanno carattere conformativo e non espropriativo del diritto di proprietà. L'amministrazione gode di ampia discrezionalità nella definizione degli indici edificatori e delle destinazioni d'uso delle aree, senza necessità di una puntuale motivazione in ordine alle modifiche apportate rispetto alla precedente pianificazione, essendo sufficiente il riscontro della coerenza con gli indirizzi generali dello strumento urbanistico. Il proprietario non può vantare un affidamento qualificato sulla permanenza della precedente disciplina urbanistica, salvo ipotesi eccezionali di convenzioni, accordi o provvedimenti giurisdizionali che abbiano ingenerato una legittima aspettativa. L'obbligo di sistemazione e manutenzione del verde imposto al proprietario non configura una prestazione patrimoniale vietata dall'art. 23 Cost., in quanto rientra nei normali oneri di cura e conservazione del bene.