Consiglio di Stato sentenza n. 2003 del 2008

ECLI:IT:CDS:2008:2003SENT

Massima

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La revoca della patente di guida da parte della Pubblica Amministrazione, successivamente a una condanna penale, deve essere adeguatamente motivata e fondata su elementi certi e verificati, in ossequio al principio di proporzionalità e al diritto di difesa del cittadino. L'Amministrazione è tenuta a compiere un'istruttoria approfondita, acquisendo la documentazione necessaria per accertare la sussistenza dei presupposti di fatto e di diritto che giustificano l'adozione del provvedimento ablativo, evitando automatismi e valutazioni sommarie. Il provvedimento di revoca, incidendo in modo significativo sulla libertà di circolazione e sull'attività lavorativa del soggetto, deve essere adottato nel rispetto del giusto procedimento e del diritto di contraddittorio, consentendo all'interessato di far valere le proprie ragioni e le eventuali circostanze sopravvenute favorevoli. Inoltre, l'Amministrazione è tenuta a verificare la proporzionalità della misura, contemperando l'esigenza di tutela della sicurezza stradale con il diritto del cittadino di esercitare la propria professione e di mantenere la patente di guida, soprattutto quando quest'ultima costituisce lo strumento essenziale per lo svolgimento dell'attività lavorativa. In tal senso, la revoca della patente può essere legittima solo ove risulti strettamente necessaria e adeguata rispetto alla gravità della condotta accertata e alle concrete circostanze del caso, senza che possa essere disposta in modo automatico e generalizzato a seguito di una condanna penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale
(Sezione Sesta)
ha pronunciato la seguente
ORDINANZA
sul ricorso in appello n. 6054/2003, proposto da Sa. Fr., rappresentato e difeso dall'avv. Fr. ((omissis)). e Do. So., elettivamente domiciliato in Ro., via An. Ca. n. (...), presso lo studio dell'avv. Ra. Gu.;
contro
- il Ministero dell'Interno, in persona del Ministro in carica, e la Prefettura di Vi. Va., in persona del Prefetto pro-tempore, rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura generale dello Stato, con domicilio in via dei Po. n. (...), Ro.
per la riforma
della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria, sede di Catanzaro n. 924/2003;
Visto il ricorso in appello con i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio del Ministero dell'Interno e della Prefettura di Vi. Va.;
Visti gli atti tutti della causa;
Relatore all&#…

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