Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16746 del 29 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:16746PEN

Massima

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Il reato di minaccia grave (art. 612, comma 2, c.p.) sussiste quando l'agente, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, minaccia la persona offesa in modo tale da ingenerare in questa un fondato timore per la propria incolumità, anche in ragione della disponibilità di armi da parte dell'imputato e della situazione conflittuale tra le parti. La valutazione delle modalità della condotta e della credibilità delle dichiarazioni della persona offesa rientra nel merito della decisione, non sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata. Non è applicabile l'esimente dello stato d'ira causato da fatto ingiusto altrui (art. 599 c.p.) né la circostanza attenuante della provocazione (art. 62, n. 2, c.p.) ove non siano emersi elementi ulteriori rispetto a quelli già valutati dal giudice di merito. Il potere discrezionale del giudice di appello nella determinazione della pena non è limitato dalle richieste del Pubblico Ministero.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. CL. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2726/2009 CORTE APPELLO di ROMA, del 24/09/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/01/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE BERARDINIS Silvana;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IACOVIELLO ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito, per la parte …

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