Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei requisiti dimensionali per la dichiarazione di fallimento di una società, deve esaminare tutti gli elementi istruttori disponibili, anche in assenza di bilanci regolarmente approvati, potendo eventualmente esercitare i propri poteri istruttori d'ufficio, al fine di accertare in modo completo e approfondito la reale situazione economico-finanziaria della società, senza limitarsi a considerazioni generiche o alla mera mancanza di documentazione contabile. Tale obbligo di indagine approfondita discende dal principio secondo cui la dichiarazione di fallimento, quale misura incidente sulla libertà di iniziativa economica, deve essere adottata solo all'esito di un accertamento rigoroso e completo della sussistenza dei presupposti di legge, in ossequio ai canoni di proporzionalità e ragionevolezza. Pertanto, il giudice di merito non può esimersi dall'esercitare i propri poteri istruttori, anche d'ufficio, al fine di acquisire tutti gli elementi necessari per valutare correttamente la posizione della società, non potendo limitarsi a considerazioni generiche o alla mera assenza di documentazione contabile, laddove siano comunque disponibili altri mezzi di prova. Tale obbligo di approfondita istruttoria si impone a maggior ragione quando la Corte di Cassazione, in precedente giudizio, abbia già chiarito i principi da seguire in relazione all'accertamento dei requisiti di fallibilità, vincolando il giudice di rinvio al rispetto di tali direttive.