Il reato di lesioni personali è procedibile d'ufficio quando è aggravato dal nesso teleologico di cui all'art. 61 n. 2 c.p., anche se in relazione al reato-fine debba applicarsi una causa di non punibilità, di improcedibilità o di estinzione. L'aggravante del nesso teleologico è configurabile non solo quando il reato è commesso per eseguirne un altro, ma anche quando l'agente agisce per assicurare a sé l'impunità di un altro reato. Nell'ipotesi di concorso formale o continuazione tra reati commessi da soggetti ai quali sia stata applicata la recidiva, l'aumento di pena ex art. 81 c.p. comma 4 deve essere calcolato sulla pena base già aumentata per effetto della recidiva. Il giudice di merito può legittimamente negare le attenuanti generiche sulla base di una motivazione che evidenzi la gravità del fatto e la negativa personalità dell'imputato, senza necessità di un'analitica valutazione di tutti gli elementi indicati dall'art. 133 c.p. L'elemento soggettivo del reato di lesioni personali non richiede la volontà diretta alla produzione di conseguenze lesive, essendo sufficiente l'intenzione di infliggere all'altrui persona una violenza fisica.