Il comportamento reiterato di un magistrato, caratterizzato da una marcata propensione allo scontro personale, al litigio verboso e aggressivo, dalla sistematica tendenza a ravvisare complotti e trame a suo danno, nonché dall'incapacità di mantenere distinta la sfera professionale da quella personale, integra una grave mancanza di equilibrio e di imparzialità nell'esercizio della giurisdizione, incompatibile con l'esercizio delle funzioni giudiziarie, a prescindere dalla sede di servizio. Pertanto, la sospensione cautelare facoltativa dalle funzioni e dallo stipendio di tale magistrato può essere disposta e mantenuta in essere, anche in caso di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale, purché il giudice disciplinare dia conto dell'attualità delle esigenze cautelari e valuti il comportamento tenuto dal magistrato nell'esercizio delle funzioni nella nuova sede. Le eventuali circostanze sopravvenute, come dichiarazioni di terzi o sentenze di assoluzione in procedimenti penali, non sono di per sé idonee a far ritenere la misura cautelare non più proporzionata e adeguata, ove non incidano sulla sussistenza e sulla gravità degli addebiti disciplinari già accertati in via cautelare, in assenza di elementi di novità che possano modificare il precedente giudizio sulla radicale incompatibilità delle condotte contestate con l'esercizio delle funzioni giudiziarie.