Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27900 del 7 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:27900PEN

Massima

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Il dolo generico, e non il dolo intenzionale, integra l'elemento soggettivo del reato di falso ideologico in atto pubblico, essendo sufficiente la volontà e la consapevolezza della falsa attestazione, a prescindere dall'animus nocendi o decipiendi. Il reato si configura anche in presenza di dolo eventuale, laddove l'agente abbia accettato il rischio concreto di formare un atto difforme dal vero per mancata consultazione della necessaria documentazione. L'obbligo di segnalazione della morosità del concessionario da parte della ragioneria comunale non esclude la responsabilità di chi abbia attestato falsamente il versamento di somme non effettuato, dovendo questi verificare direttamente l'avvenuto pagamento. La prescrizione del reato, soggetta al regime normativo anteriore alla legge n. 251/2005, è interrotta dagli atti del procedimento e sospesa per i periodi di impedimento delle parti o dei difensori, con conseguente protrazione del termine finale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

IN. NI. N. IL (OMESSO);

avverso la SENTENZA del 27/06/2008 della CORTE DI APPELLO di BARI;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. OLDI Paolo;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FABBRARO Giuseppe che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. MARRONE Benito.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con …

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