Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31072 del 4 agosto 2011

ECLI:IT:CASS:2011:31072PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il delitto di rapina è configurabile anche quando la violenza o la minaccia non siano finalizzate all'impossessamento del bene della persona offesa, ma siano piuttosto espressione di un fine o bisogno di carattere psichico, come ad esempio uno scopo di ritorsione o vendetta per un rapporto sentimentale finito male. Ai fini della sussistenza del reato di rapina, infatti, non è necessario che l'agente agisca con lo scopo di procurare a sé o ad altri un profitto di natura economica, essendo sufficiente che egli operi per il soddisfacimento di qualsiasi fine o bisogno, anche di carattere non patrimoniale. Tale principio è consolidato nella giurisprudenza di legittimità, la quale ha più volte affermato che la rapina è un reato a dolo generico, per la cui configurazione è irrilevante la motivazione soggettiva che ha spinto l'agente a commettere la condotta violenta o minacciosa, purché egli abbia avuto la disponibilità del bene della persona offesa. Pertanto, anche quando la violenza o la minaccia siano state impiegate per finalità diverse dall'impossessamento del bene, come nel caso di un litigio tra ex amanti, il reato di rapina può comunque ritenersi integrato, a condizione che il colpevole sia effettivamente entrato in possesso del bene della vittima. In tali ipotesi, la qualificazione giuridica del fatto non può essere ricondotta a reati meno gravi, come le lesioni lievissime o le minacce semplici, in quanto la condotta dell'agente, pur non essendo finalizzata all'appropriazione del bene, rientra comunque nell'ambito applicativo della fattispecie di rapina, in ragione dell'ampia portata applicativa di tale reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA Pietro Antoni - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

BA. HA. n. a (OMESSO);

avverso la sentenza n. 680/2010 della 1 Sezione Penale della Corte d'Appello di Trieste in data 26.5.2010;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal consigliere dott.ssa Giovanna VERGA.

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, dott. Oscar CEDRANGOLO, il quale ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

osserva:

MOTIVI …

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.