Il Comune di Napoli non può legittimamente concedere la sanatoria edilizia ai sensi dell'art. 36 del D.P.R. n. 380/2001 per un manufatto di circa 200 mq realizzato in zona agricola (zona nE, sottozona nEa) in violazione delle norme urbanistiche che vietano la realizzazione di nuovi volumi. Infatti, il contrasto dell'opera con la disciplina urbanistica vigente, sia al momento della realizzazione dell'abuso che al momento della presentazione della domanda di sanatoria, nonché l'assenza di elementi idonei a dimostrare la qualità di coltivatore diretto del proprietario, rendono l'intervento non sanabile. L'amministrazione comunale, pertanto, è tenuta a rigettare l'istanza di accertamento di conformità, in quanto l'opera realizzata non può essere considerata un comodo rurale edificato in funzione dell'attività agricola svolta dal proprietario, ma costituisce un nuovo volume vietato dalle norme di zona. Il diniego di sanatoria, adeguatamente motivato in relazione alla normativa urbanistica ed edilizia applicabile, nonché ai vincoli incidenti sull'area, non presenta vizi di difetto di istruttoria o di motivazione, né viola il giusto procedimento, essendo stato adottato all'esito di una compiuta attività istruttoria e previo parere negativo della Commissione edilizia.