Cassazione penale Sez. I sentenza n. 43907 del 22 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:43907PEN

Massima

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Il ricorso all'uso della forza, anche letale, non può essere considerato legittima difesa quando l'imputato ha volontariamente accettato una situazione di rischio e di potenziale confronto violento, senza necessità e senza aver tentato di evitare lo scontro, armandosi e affrontando deliberatamente gli avversari con l'intento di reagire in modo sproporzionato e aggressivo. La legittima difesa presuppone la costrizione a reagire a un pericolo attuale e ingiusto, con una reazione proporzionata, mentre l'accettazione consapevole di una sfida esclude la necessità e l'intenzione puramente difensiva, rendendo ipotizzabile un contesto di sfida che non consente di invocare l'autotutela legittima, né reale né putativa. Inoltre, l'uso di un'arma idonea a cagionare la morte, con modalità tali da provocare una lesione mortale, è indice del dolo omicidiario, non dell'eccesso colposo o della preterintenzione, quando l'imputato si è deliberatamente diretto verso l'avversario con l'intento di reagire con violenza maggiore.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. SARACENO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS)
avverso la sentenza n. 17/2014 CORTE ASSISE APPELLO di BRESCIA, del 26/06/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/10/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis)) SARACENO;
Udito in pubblica udienza il Pubblico Ministero, in persona del Dott. ((omissis)), Sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per il rigetto del ricorso;
Udito il difensore delle parti c…

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