Il divieto di apertura di nuovi punti vendita di giornali e riviste non esclusivi, previsto dalla normativa comunale, contrasta con il principio di liberalizzazione delle attività commerciali sancito dalla normativa nazionale e comunitaria. Pertanto, le autorità amministrative non possono opporre limiti quantitativi o territoriali all'apertura di nuovi esercizi commerciali per la vendita di giornali e riviste, salvo che tali limiti siano giustificati da esigenze di tutela della salute, dei lavoratori, dell'ambiente e dei beni culturali. Il principio di libera concorrenza e di libertà di stabilimento delle imprese, sancito a livello nazionale e comunitario, prevale sulle disposizioni regolamentari comunali che prevedano restrizioni all'apertura di nuovi punti vendita di giornali e riviste non esclusivi, in quanto tali limitazioni sono volte unicamente alla tutela di quote di mercato già acquisite, obiettivo ormai superato dalla normativa vigente. Di conseguenza, il diniego di autorizzazione all'apertura di un nuovo punto vendita di giornali e riviste non esclusivo, fondato su tali disposizioni regolamentari comunali, deve essere annullato per violazione di legge.