Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1457 del 19 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:1457PEN

Massima

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Il diritto di critica e di denuncia, esercitato mediante la presentazione di un esposto alle autorità competenti, non integra il reato di diffamazione quando l'agente abbia agito in buona fede, sulla base di una ragionevole convinzione della veridicità dei fatti esposti, pur in assenza di una prova piena degli stessi. In tali casi, l'elemento soggettivo del reato di diffamazione deve essere escluso, configurandosi al più una causa di giustificazione putativa. Inoltre, la produzione di prove documentali dirette a dimostrare la sussistenza dell'elemento soggettivo, e non la verità del fatto offensivo, non è preclusa dalla disciplina che vieta all'imputato di diffamazione di provare la verità del fatto. La morte dell'imputato, sopravvenuta dopo la sentenza di condanna, determina l'estinzione del reato e l'annullamento senza rinvio della sentenza, con caducazione anche delle statuizioni civili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PO. FE. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 24/2009 TRIBUNALE di TORINO, del 18/09/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/11/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per estinzione del reato dovuta a morte del reo.

FATTO E DI…

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