Il concorso morale nel reato di omicidio premeditato può essere affermato sulla base di elementi probatori logici e indiziari, purché la motivazione della sentenza sia puntuale e coerente nell'individuare il ruolo specifico svolto dall'imputato nella preparazione e nell'esecuzione del delitto. In particolare, l'attribuzione all'imputato di espressioni captate in intercettazioni ambientali, ritenute indicative della sua volontà omicida o del suo contributo all'individuazione della vittima, deve essere sorretta da una motivazione esaustiva che chiarisca in modo inequivoco il nesso tra tali dichiarazioni e la sua effettiva partecipazione all'omicidio. Ove la motivazione risulti contraddittoria o carente su tali aspetti, la sentenza di condanna per concorso morale deve essere annullata con rinvio ad altro giudice, affinché rivaluti l'intero compendio probatorio, anche alla luce di eventuali nuove acquisizioni, al fine di accertare in modo puntuale il ruolo concretamente svolto dall'imputato nell'economia del delitto.