Il giudice di legittimità, nell'esercizio del sindacato di legittimità, non può sostituire la propria valutazione delle risultanze processuali a quella compiuta dal giudice di merito, il quale, con motivazione esente da vizi logici e giuridici, ha esplicitato le ragioni del proprio convincimento in ordine alla responsabilità penale dell'imputato per il reato di lesioni personali aggravate ai danni del coniuge. La lesione al timpano della persona offesa, accertata non solo con l'esame audiometrico ma anche con l'osservazione diretta mediante otoscopio, costituisce prova sufficiente della sussistenza dell'elemento oggettivo del reato, mentre la sede corporea attinta, compatibile con l'azione di un destrimane, non consente di ritenere inattendibile il racconto della persona offesa. Il giudice di merito, pertanto, ha correttamente valutato gli elementi di prova, senza incorrere in alcuna contraddittorietà o illogicità nella motivazione.