Cassazione penale Sez. II sentenza n. 38453 del 10 agosto 2018

ECLI:IT:CASS:2018:38453PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso, ai sensi dell'art. 416-bis c.p., si configura quando l'imputato abbia svolto un ruolo attivo e continuativo all'interno del sodalizio criminale, anche attraverso il compimento di condotte strumentali alla realizzazione dei reati-fine, come il possesso di armi per conto del gruppo. La responsabilità penale può essere affermata sulla base di convergenti elementi probatori, quali le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, le intercettazioni che dimostrino il coinvolgimento dell'imputato in attività tipicamente mafiose, nonché la sua vicinanza e i suoi rapporti con gli altri membri dell'associazione. Tali elementi, valutati nel loro complesso e in maniera organica, possono integrare la prova della partecipazione dell'imputato al sodalizio mafioso, anche in assenza di una sua formale affiliazione, purché emerga il suo contributo consapevole e volontario al raggiungimento degli scopi dell'organizzazione criminale. La qualificazione giuridica del fatto come partecipazione ad associazione mafiosa, anziché come mero favoreggiamento personale, è altresì giustificata dalla dimostrazione che l'imputato abbia svolto un ruolo attivo e continuativo all'interno del gruppo, anche attraverso il compimento di condotte strumentali alla realizzazione dei reati-fine, come il possesso di armi per conto del sodalizio. Inoltre, la sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 416-bis, comma 4, c.p. relativa all'armamento del gruppo criminale, può essere affermata sulla base del possesso di armi da parte dell'imputato, utilizzate dall'organizzazione per il compimento dei propri scopi delittuosi. Infine, la condotta dell'imputato può ritenersi contestata in permanenza, e quindi sanzionabile anche con riferimento a fatti successivi all'entrata in vigore di norme più severe, qualora non emerga alcuna prova della sua dissociazione dal sodalizio mafioso fino alla data di cessazione delle attività criminali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirella - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - est. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/05/2017 della Corte di Appello di Caltanissetta;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere Dott. SGADARI Giuseppe;
udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa LORI Perla, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che …

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