Il fatto di cui al Decreto Legislativo n. 286 del 1998, articolo 14, comma 5 ter, non costituisce più reato a seguito della direttiva 2008/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2008, la quale ha determinato l'immediata abolitio criminis di tale fattispecie incriminatrice, in quanto ritenuta non compatibile con la disciplina comunitaria. Pertanto, la sentenza di condanna per tale reato deve essere annullata senza rinvio, in quanto il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Tale principio si applica anche alle sentenze di patteggiamento pronunciate nei confronti dell'imputato per il medesimo fatto, in quanto la sopravvenuta abolitio criminis determina l'improcedibilità dell'azione penale. La Corte di Cassazione, nel pronunciare l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, ha riconosciuto l'immediata operatività della direttiva comunitaria, prevalente sulla disciplina nazionale, e la conseguente cessazione della rilevanza penale del fatto, con effetti retroattivi a beneficio dell'imputato. Tale principio di diritto si pone a tutela del favor rei e del principio di legalità, in base al quale un fatto non può essere considerato reato se la relativa fattispecie incriminatrice è stata successivamente abrogata o dichiarata incompatibile con l'ordinamento giuridico sovranazionale.