Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8692 del 27 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:8692PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione e documentale, di cui all'art. 216 della Legge Fallimentare, trova applicazione anche quando i fatti siano stati commessi da amministratori, direttori generali, sindaci o liquidatori di società dichiarate fallite, a prescindere dalla sussistenza di un nesso di causalità tra la condotta e il dissesto della società, come previsto dall'art. 223, comma 1, della medesima legge. Ai fini della configurabilità del reato di bancarotta fraudolenta documentale, è sufficiente che la contabilità sociale risulti lacunosa e imprecisa, in modo tale da rendere oggettivamente difficoltosa la ricostruzione del movimento degli affari da parte degli organi fallimentari, senza che rilevi la mera appartenenza delle voci contabili allo stesso genere o la loro concernenza al medesimo fatto contabile. La valutazione circa la sussistenza di tali requisiti costituisce un giudizio di fatto, insindacabile in sede di legittimità, salvo i casi di manifesta illogicità o irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. AN. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 12/03/2007 CORTE APPELLO di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. DUBOLINO PIETRO;

sentito il Sost. Proc. Gen. Dott. D'ANGELO G. il quale ha chiesto il rigetto del ricorso, e sentito, per il ricorrente, l'avv. (Ndr: testo originale non comprensibile), il quale ha in…

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