Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23621 del 25 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:23621PEN

Massima

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Il danneggiamento di cose altrui, per essere punibile ai sensi dell'art. 635 c.p., comma 2, n. 1, richiede la sussistenza di specifici elementi costitutivi, quali la violenza alla persona o la minaccia, che devono essere adeguatamente motivati dal giudice di merito. In assenza di tali elementi, il fatto potrebbe rientrare nella fattispecie meno grave di danneggiamento semplice, procedibile a querela di parte. Pertanto, il giudice è tenuto a esaminare attentamente le circostanze del caso concreto e a motivare in modo chiaro e completo la sussistenza o meno degli elementi costitutivi dell'aggravante, al fine di determinare correttamente la fattispecie applicabile e il relativo regime di procedibilità. Il rispetto di tali principi è essenziale per garantire il corretto inquadramento giuridico del fatto e l'applicazione della norma penale più favorevole al reo, in ossequio al principio di legalità e di irretroattività della legge penale sfavorevole.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/03/2017 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. AMATORE ROBERTO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. LORI PERLA, che ha concluso per il rigetto.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Milano - decidendo in sede di rinvio dopo l'annullamento disposto dalla Corte di cassaz…

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