Il provvedimento amministrativo che approva il calendario venatorio regionale è soggetto a sindacato giurisdizionale da parte del giudice amministrativo, il quale può valutarne la legittimità costituzionale in relazione ai principi di tutela dell'ambiente e della fauna selvatica. Tuttavia, l'interesse all'annullamento di tale provvedimento viene meno qualora le disposizioni normative regionali su cui esso si fonda siano state successivamente dichiarate costituzionalmente illegittime dalla Corte costituzionale e abrogate dal legislatore regionale, in quanto ciò comporta il venir meno della base giuridica del provvedimento impugnato e l'impossibilità di una pronuncia di merito che possa produrre effetti concreti. In tali casi, il ricorso deve essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, fermo restando il riconoscimento delle spese processuali a favore delle associazioni ricorrenti in ragione della fondatezza delle questioni di legittimità costituzionale da esse sollevate e accolte dalla Corte costituzionale.