Cassazione penale Sez. II sentenza n. 7847 del 27 febbraio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:7847PEN

Massima

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Il delitto di estorsione aggravata dal metodo mafioso si configura quando la condotta minacciosa o violenta, estrinsecandosi in forme talmente aggressive da annichilire le capacità di reazione della vittima e trasformarla in mero strumento di soddisfazione delle pretese dell'autore, esorbita dal ragionevole intento di far valere un preteso diritto, evocando la contiguità ad un'organizzazione criminale mafiosa al fine di creare nella vittima una condizione di particolare assoggettamento. Ciò anche in assenza di una concreta e verificata origine mafiosa della minaccia, essendo sufficiente che l'evocazione di tale contiguità sia effettivamente funzionale a sfruttare la forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo. La gravità della violenza e l'intensità della minaccia, pur non dovendo necessariamente tradursi in manifestazioni sproporzionate e gratuite, sono elementi rilevanti ai fini della qualificazione giuridica del fatto come estorsione piuttosto che come esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in quanto indici sintomatici di una volontà costrittiva e di sopraffazione, anziché di soddisfazione di un diritto effettivamente esistente ed azionabile. Inoltre, ai fini del riconoscimento della recidiva specifica, il giudice può legittimamente valorizzare anche un unico precedente penale risalente nel tempo, ove ritenga che il reato oggetto di giudizio costituisca una specifica significativa prosecuzione di un processo delinquenziale già avviato in passato, senza che ciò integri una violazione del principio del ne bis in idem. Infine, il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato con l'assenza di elementi o circostanze di segno positivo, senza che sia necessario un esame analitico di tutti i parametri di cui all'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenic - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. BORSELLINO M. - rel. Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18 maggio 2018 della CORTE DI APPELLO di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MARIA DANIELA BORSELLINO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' dei ricorsi;
L'avv. (OMISSIS) e l'avv. (OMISSIS) per le parti civili si associano a…

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