L'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture può revocare l'autorizzazione concessa ai sensi dell'art. 10, commi 5 e seguenti, del d.P.R. n. 34/2000 ad un organismo di attestazione, qualora emergano gravi irregolarità nell'esercizio delle attività di qualificazione delle imprese, tali da compromettere l'affidabilità e l'imparzialità dell'organismo stesso. La revoca dell'autorizzazione rappresenta una misura sanzionatoria di carattere eccezionale, che può essere adottata solo all'esito di un procedimento amministrativo nel quale sia garantito il contraddittorio e siano valutati tutti gli elementi di fatto e di diritto rilevanti. L'Autorità, nel valutare la sussistenza dei presupposti per la revoca, deve tenere conto della gravità delle irregolarità accertate, dell'impatto che le stesse possono avere sull'integrità del sistema di qualificazione delle imprese e sulla tutela della concorrenza, nonché del principio di proporzionalità, verificando se la misura della revoca sia effettivamente necessaria e adeguata rispetto agli obiettivi di interesse pubblico perseguiti. La decisione dell'Autorità deve essere adeguatamente motivata, con riferimento agli specifici fatti e comportamenti contestati all'organismo di attestazione, e deve consentire allo stesso di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa. Qualora l'organismo di attestazione impugni il provvedimento di revoca dinanzi al giudice amministrativo, quest'ultimo è chiamato a verificare la legittimità dell'azione amministrativa, accertando la sussistenza dei presupposti di fatto e di diritto posti a fondamento della decisione, nonché il rispetto delle garanzie procedimentali.