Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società Cancascì Petroli avverso il diniego di variante urbanistica per la realizzazione di un impianto di distribuzione carburanti e GPL, afferma che la tutela del paesaggio e dell'ambiente costituisce valida motivazione per il rigetto della richiesta variante, a prescindere dalla sussistenza di specifici vincoli apposti ex lege o con provvedimenti amministrativi. Ciò in quanto l'area interessata ricade in parte in zona boschiva in fascia di inedificabilità assoluta e in parte in fascia di rispetto delle aree boscate vincolate ai sensi dell'art. 142, comma 1, lett. g), del d.lgs. n. 42/2004, essendo quindi sottoposta a vincolo paesaggistico. Di conseguenza, non trova applicazione la previsione dell'art. 2, comma 1 bis, del d.lgs. n. 32/1998 sulla compatibilità degli impianti di carburante con qualsiasi destinazione di zona, essendo necessaria la variante del P.R.G. Il vincolo di inedificabilità assoluta, la cui esistenza non è contestata, opera direttamente senza necessità di recepimento nello strumento urbanistico, costituendo un divieto ex lege cui le amministrazioni sono tenute ad adeguarsi. Inoltre, le ulteriori considerazioni della Soprintendenza sulla compatibilità ambientale assurgono ad adeguato parametro di verifica della non manifesta irrazionalità o illogicità della scelta operata dall'organo comunale, anche ove non imposta dai vincoli imperativi. Pertanto, il ricorso è rigettato.