Consiglio di Stato sentenza n. 4415 del 2024

ECLI:IT:CDS:2024:4415SENT

Massima

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Il provvedimento amministrativo che ordina la cessazione di un'attività abusivamente intrapresa in una determinata zona, caratterizzata dalla presenza di particolari condizioni di concentrazione delle attività commerciali, da elevati livelli di pressione antropica e dall'esistenza di vincoli di tutela in materia ambientale, archeologica, monumentale, culturale, paesaggistico-territoriale e storico-artistica, è legittimo anche qualora il soggetto destinatario del provvedimento abbia acquisito, per trasferimento, l'autorizzazione amministrativa alla somministrazione di alimenti e bevande al pubblico, in quanto la normativa comunale applicabile non consente il rilascio di nuove autorizzazioni all'apertura di esercizi di somministrazione, nemmeno per trasferimento di sede, in tali ambiti territoriali tutelati. La sopravvenuta cessazione dell'attività commerciale e l'insediamento di una nuova attività nel medesimo locale determina la sopravvenuta carenza di interesse del soggetto destinatario del provvedimento di cessazione all'impugnazione dello stesso, non potendo l'eventuale accoglimento del gravame consentirgli di conseguire il bene della vita negato dal provvedimento impugnato. L'errore di fatto idoneo a fondare il rimedio della revocazione della sentenza deve consistere in una svista di carattere materiale, oggettivamente e immediatamente rilevabile, che abbia indotto il giudice a supporre l'esistenza di un fatto la cui verità era esclusa in modo incontrovertibile, ovvero a considerare inesistente un fatto accertato in modo parimenti indiscutibile, senza richiedere lo sviluppo di argomentazioni induttive e di indagini ermeneutiche; non è sufficiente lamentare un'asserita erronea valutazione delle risultanze processuali o una anomalia del procedimento logico di interpretazione del materiale probatorio, in quanto ciò si risolve in un errore di giudizio non suscettibile di revocazione.

Sentenza completa

Pubblicato il 17/05/2024

N. 04415/2024REG.PROV.COLL.

N. 09846/2023 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quinta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 9846 del 2023, proposto da
Roma Invest R.E. S.r.l., in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Roma Capitale, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via del Tempio di Giove, 21;
((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), Casa di Procura delle Suore Catechiste di…

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