La concessione di un bene pubblico di rilevanza economica, strumentale ad un'attività imprenditoriale, determina occasioni di guadagno per i soggetti operanti sul libero mercato e pertanto è soggetta alla necessità di prevederne l'attribuzione mediante procedure concorsuali trasparenti e non discriminatorie, che garantiscano la parità di trattamento dei concorrenti, la libertà di stabilimento e il più conveniente impiego delle risorse pubbliche disponibili. La successione nella posizione di concessionario, nonché il rinnovo o la proroga della concessione, non possono dare luogo ad una procedura meno trasparente e pertanto presuppongono una selezione concorsuale aperta a tutti gli operatori interessati. L'affidamento dei locali di un bene pubblico di rilevanza culturale ed economica, come Villa Bruno, per la gestione di un centro di cultura enogastronomica ad un nuovo gestore, con la previsione del rinnovo novennale della concessione, al di fuori di qualsiasi selezione concorrenziale conforme alla disciplina sulle procedure di evidenza pubblica e senza adeguata motivazione, è illegittimo in quanto in contrasto con i principi comunitari di libera concorrenza, non discriminazione, parità di trattamento e trasparenza, che hanno portata espansiva anche oltre le specifiche fattispecie regolate dalla normativa in materia di appalti pubblici.