Cassazione penale Sez. II sentenza n. 50158 del 21 dicembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:50158PEN

Massima

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Il reato di estorsione aggravata dalla finalità di agevolare l'attività di un'associazione mafiosa si configura quando l'autore del reato, consapevole dell'ingiustizia della minaccia, agisce per conto di un noto capo di un sodalizio mafioso, avvalendosi del metodo e della forza di intimidazione propri dell'associazione criminale, a prescindere dalla dimostrazione di un contributo causale diretto dell'imputato all'attività del sodalizio. La mera connivenza o presenza dell'imputato al momento della consumazione del reato è sufficiente per ritenere integrata la circostanza aggravante, senza che sia necessaria la prova di un suo specifico dolo di voler agevolare l'associazione mafiosa. Inoltre, l'appartenenza degli autori del reato al sodalizio mafioso può essere desunta da elementi indiziari, quali le dichiarazioni della persona offesa, i riscontri investigativi e le relazioni di contiguità tra l'imputato e il capo del clan, senza che sia necessaria la dimostrazione della sua diretta partecipazione alle attività criminose del gruppo. Tali principi trovano applicazione anche in relazione all'aggravante di cui all'art. 629, comma 2, c.p. in relazione all'art. 628, comma 3, n. 3 c.p., la cui sussistenza non richiede la prova della diretta presenza dell'imputato al momento della consumazione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. DAVIGO P. - rel. Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 29/01/2014 della Corte d'appello di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Piercamillo Davigo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. CARDIA Delia che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 22.11.2012 il Tribunale di …

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