Il concorso morale nel reato di resistenza a pubblico ufficiale può essere ravvisato nella mera partecipazione collettiva a un'azione di contrasto alle forze dell'ordine intente a eseguire uno sfratto, senza la necessità di accertare specifiche condotte violente o oppositive da parte del singolo indagato. Tuttavia, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, è necessario un esame approfondito della personalità e della pericolosità sociale dell'indagato, non potendosi desumere automaticamente tali requisiti dalla sola partecipazione all'azione collettiva. In particolare, l'attualità della pericolosità sociale deve essere adeguatamente motivata, non essendo sufficiente il richiamo a precedenti episodi di partecipazione a picchetti, in assenza di un nesso con la condotta concretamente contestata. Inoltre, l'omessa trasmissione al giudice del riesame di elementi probatori, come riprese video valutate dal giudice di prima istanza, costituisce vizio di motivazione, in quanto preclude al giudice del gravame una compiuta valutazione degli elementi a fondamento dell'applicazione della misura cautelare.