Cassazione penale Sez. I sentenza n. 3797 del 28 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:3797PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la concessione di misure alternative alla detenzione, deve considerare non solo la tipologia e la gravità dei reati commessi, ma anche il comportamento e la situazione del soggetto dopo i fatti per cui è stata inflitta la condanna, al fine di verificare concretamente l'esistenza di sintomi di una positiva evoluzione della personalità e di condizioni che rendano possibile il reinserimento sociale attraverso la richiesta misura alternativa. Non è sufficiente una mera valutazione astratta della pericolosità del condannato, essendo necessaria un'indagine approfondita sulla sua effettiva evoluzione e sulla concreta possibilità di un suo reinserimento, senza presunzioni assolute di pericolosità. Il giudice è pertanto tenuto a valutare attentamente gli esiti dei procedimenti penali in corso, unitamente ai risultati dell'osservazione della personalità del soggetto, al fine di accertare la sussistenza dei presupposti per la concessione delle misure alternative alla detenzione, in conformità ai principi affermati dalla giurisprudenza di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 484/2012 TRIB. SORVEGLIANZA di BARI, del 08/05/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO CAVALLO;

lette le conclusioni del P.G. Dott. ANIELLO Roberto, il quale ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

- che il Tribunale di sorveglianza di Bari, con ordinanza deliberata in data 8 maggio …

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