Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10062 del 15 marzo 2021

ECLI:IT:CASS:2021:10062PEN

Massima

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La confisca dei beni può essere disposta nei confronti di un soggetto condannato per il reato di associazione di tipo mafioso, qualora l'accertamento giudiziale dimostri che il patrimonio del condannato è sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e alle sue attività economiche lecite, in assenza di una prova positiva della legittima provenienza dei beni. Il giudice, nel valutare la compatibilità tra il patrimonio acquisito e i redditi leciti del condannato e del suo nucleo familiare, deve procedere ad un'analisi complessiva e puntuale di tutti i dati e gli elementi probatori, confrontando le risultanze della consulenza tecnica d'ufficio con le eventuali deduzioni difensive, al fine di accertare l'effettiva disponibilità di risorse finanziarie lecite idonee a sostenere gli acquisti contestati. La mera circostanza che l'acquisto di beni sia stato effettuato mediante il ricorso al credito bancario non è sufficiente a dimostrare la legittima provenienza di tali beni, essendo necessario che il condannato fornisca la prova della disponibilità di redditi leciti adeguati a giustificare il pagamento delle rate di rimborso. In assenza di tale prova, il giudice può legittimamente disporre la confisca dei beni, in quanto ritenuti di provenienza illecita, in applicazione della presunzione di cui all'art. 416-bis, comma 7, c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/07/2018 della Corte di appello di Lecce;
visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;
udita la relazione del Consigliere, Gaetano De Amicis;
lette le conclusioni del P.M., in persona del Sostituto Procuratore generale Perla Lori, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) veniva dichiarato colpevole del reato di cui all'articolo 416-bis c.p., comma 2, e conda…

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