Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel dichiarare inammissibile il ricorso proposto dalle società Edilcalcestruzzi S.r.l. ed Edilcalcestruzzo S.r.l. avverso il decreto dirigenziale che aveva autorizzato la società S.E.M.A.C. S.r.l. all'esecuzione del programma di dismissione per 15 anni attraverso attività estrattiva di materiale calcareo e di recupero ambientale, ha affermato il principio secondo cui la legittimazione ad impugnare un provvedimento amministrativo deve essere direttamente correlata alla situazione giuridica sostanziale che si assume lesa dal provvedimento e postula l'esistenza di un interesse attuale e concreto all'annullamento dell'atto, non essendo sufficiente la mera possibilità di un beneficio futuro ed eventuale derivante dall'annullamento. Pertanto, il ricorso è inammissibile qualora le ricorrenti non dimostrino di avere un interesse attuale e concreto all'annullamento dell'atto impugnato, in quanto non hanno cavato il quantitativo massimo di materiale per cui era stata autorizzata l'attività estrattiva nel loro sito di cava e l'autorizzazione all'esercizio dell'attività estrattiva è di prossima scadenza senza che sia stata data prova di una sua proroga oltre la detta scadenza. L'interesse a che l'azione amministrativa si svolga secondo i canoni di legittimità, a prescindere dall'incidenza diretta che gli atti in cui l'azione amministrativa viene a concretizzarsi abbiano nella sfera giuridica dei singoli amministrati, non è sufficiente a integrare l'interesse a ricorrere, difettando in questo caso all'interesse portato in giudizio l'essere un interesse personale, diretto e attuale.