La legittima difesa, reale o putativa, non è configurabile quando l'agente, anziché allontanarsi dalla situazione di pericolo evitabile, si procura intenzionalmente uno strumento offensivo per affrontare i suoi avversari, accettando volontariamente il rischio di uno scontro violento. In tal caso, la reazione dell'agente, anche se preceduta da una pregressa aggressione subita, risulta sproporzionata e non necessitata dalla contingenza del pericolo, essendo piuttosto espressione di una volontà di ritorsione e di sfida nei confronti dei rivali. Analogamente, la circostanza attenuante della provocazione non può trovare applicazione quando l'azione offensiva dell'agente, pur potendo essere determinata da un pregresso stato di sofferenza o di ira accumulata, non costituisce una reazione immediata e proporzionata a un fatto ingiusto altrui, ma si configura come una ritorsione volontariamente accettata e attuata con modalità sproporzionatamente aggressive.