Cassazione penale Sez. I sentenza n. 12988 del 19 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:12988PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare la concessione di misure alternative alla detenzione, deve procedere ad un attento e approfondito esame della personalità del condannato, considerando tutti gli elementi rilevanti, senza limitarsi a mere segnalazioni di contatti con pregiudicati, senza adeguata motivazione sulla concreta pericolosità sociale e sulla sussistenza dei presupposti per l'ampliamento del regime alternativo in corso. La mera circostanza che il condannato sia stato notato in compagnia di persone indicate come pregiudicate, senza ulteriori specifiche sulla natura e l'epoca dei loro precedenti penali e sulle concrete modalità di tali incontri, non è di per sé sufficiente a giustificare il rigetto della richiesta di affidamento al servizio sociale, in assenza di una motivazione che dia conto in modo esaustivo e logico del negativo scrutinio della pericolosità sociale dell'istante e della carenza delle condizioni per l'applicazione della misura alternativa richiesta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. S - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1129/2012 TRIB. SORVEGLIANZA di LECCE, del 28/05/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MASSIMO VECCHIO;

Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Dott. SALZANO Francesco, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per l'annullamento del provvedimento impugnato con rinvio al giudice a quo per nuovo esame.

RILEVA IN FATTO E DI…

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