Il falso documentale si consuma con la realizzazione della contraffazione o alterazione del documento, a prescindere dal successivo utilizzo dello stesso. Ai fini dell'esclusione della punibilità per inidoneità dell'azione ai sensi dell'art. 49 c.p., occorre che la falsificazione dell'atto risulti in maniera evidente e non solo la sua modificazione grafica, valutazione rimessa al giudice di merito che deve sorreggere le proprie conclusioni con adeguata motivazione. La grossolanità del falso non può automaticamente trarsi dal fatto che esso sia stato rilevato, ma ricorre solo quando il falso sia riconoscibile ictu oculi dalla generalità dei consociati. La concessione delle circostanze attenuanti generiche ex art. 62-bis c.p. non è automatica, ma richiede una specifica motivazione da parte del giudice in ordine alla sussistenza di peculiari e non codificabili connotazioni del fatto e del soggetto. Analogamente, il diniego della sospensione condizionale della pena deve essere adeguatamente motivato, anche in relazione ai precedenti penali dell'imputato.