Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36658 del 10 settembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:36658PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria posizione, induce indebitamente un soggetto privato a consegnare una somma di denaro, prospettandogli il blocco di lavori in corso presso la sua abitazione, commette il reato di induzione indebita previsto dall'art. 319-quater c.p. Tale condotta, diversamente dalla corruzione, non richiede l'accettazione della dazione o promessa da parte del pubblico ufficiale, essendo sufficiente l'induzione del privato a consegnare indebitamente il denaro, sfruttando la sua posizione di irregolarità e la sua soggezione alla pubblica amministrazione. La riqualificazione dei fatti in termini di induzione indebita, anziché di corruzione, è legittima ove risulti provato che il pubblico ufficiale abbia approfittato della situazione di debolezza del privato per ottenere indebitamente la consegna di denaro, senza che sia necessario accertare l'accettazione della dazione da parte del pubblico agente. La mancata rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale, ove le circostanze di cui si richiede l'accertamento siano ritenute irrilevanti dal giudice di merito, non costituisce vizio della sentenza censurabile in sede di legittimità. Analogamente, la negazione delle attenuanti generiche e dell'attenuante di cui all'art. 114 c.p. è legittima ove adeguatamente motivata dal giudice, senza che possa essere sindacata in sede di ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. FIDELBO Giorgio - rel. Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 31 maggio 2013 emessa dalla Corte d'appello di Napoli;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione del consigliere Giorgio Fidelbo;
udito il sostituto procuratore generale Ciro Angelillis, che ha chiesto il rigetto del ricorso;
udito l'avvocato (OMISSIS), che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la decisione in epigrafe indicata la Corte d'appello di Napoli, i…

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