Il provvedimento di diniego del visto d'ingresso per lavoro subordinato può essere annullato dal giudice amministrativo qualora l'Amministrazione competente, in sede di autotutela, abbia successivamente rilasciato il visto richiesto, determinando così la sopravvenuta carenza di interesse al ricorso. In tale ipotesi, il giudice dichiara l'improcedibilità del ricorso, compensando le spese di lite tra le parti, tenuto conto della peculiare qualità soggettiva del ricorrente, che agisce in veste di datore di lavoro, la quale rende dubbia la sua legittimazione attiva ai sensi dell'art. 81 c.p.c. Il principio di diritto affermato mira a garantire l'effettività della tutela giurisdizionale, evitando pronunce meramente formali, e a valorizzare il ruolo dell'autotutela amministrativa quale strumento di risoluzione delle controversie. Esso si fonda altresì sull'esigenza di assicurare la corretta individuazione della legittimazione ad agire in giudizio, quale presupposto per l'esercizio del diritto di azione, in linea con il principio di economia processuale e di ragionevole durata del processo.