Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3155 del 22 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:3155PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, verifica la sussistenza di una motivazione adeguata in ordine ai gravi indizi di colpevolezza e alle esigenze cautelari, senza poter sindacare le valutazioni di merito del giudice di merito, salvo che non emergano contraddizioni o manifeste illogicità. La motivazione, pur potendo essere suscettibile di una diversa formulazione, deve ritenersi sufficiente ove risulti lineare e consequenziale nell'illustrare gli elementi probatori posti a fondamento delle esigenze cautelari, come le ammissioni parziali dell'indagato e le risultanze delle intercettazioni telefoniche. Il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito in ordine alla proporzionalità della misura cautelare, purché la motivazione su tale aspetto non presenti vizi di manifesta illogicità o contraddittorietà.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO Giuseppe M. - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. CURZIO Pietro - rel. Consigliere

Dott. AMBROSIO Annamaria - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difensore di fiducia di PE. Vi. Fi. ;

contro l'ordinanza del Tribunale di Bari del 17 luglio 2008;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Udita la relazione del Consigliere, Dott. ((omissis));

Udito il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, in persona del Sostituto Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO E MOTIVI DELLA D…

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