La revoca della sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità, disposta per la mancata osservanza delle prescrizioni, comporta il ripristino della sola pena residua, calcolata sottraendo dalla durata della pena inflitta la durata del lavoro di pubblica utilità regolarmente scontato. Ciò in quanto la sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità, prevista dall'art. 186, comma 9-bis, del Codice della Strada, è equiparabile alla pena sostituita anche ai fini esecutivi, in virtù del richiamo operato dalla citata norma al D.Lgs. n. 274 del 2000, art. 54. Pertanto, la revoca di tale misura alternativa non può comportare il ripristino integrale della pena originaria, ma solo della parte residua, tenendo conto delle prestazioni lavorative già effettuate dal condannato. Il giudice dell'esecuzione, nel disporre il ripristino della pena, deve quindi determinare esattamente la quantità della stessa, detraendo la parte già assorbita dal lavoro di pubblica utilità svolto. Resta ferma la possibilità per il condannato di beneficiare della sospensione condizionale della pena residua, ove ne ricorrano i presupposti.