Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 7460 del 20 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:7460PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni e cose pertinenti al reato è legittimo quando sussistono sufficienti elementi probatori che giustificano il nesso di pertinenzialità tra il bene sequestrato e il reato oggetto di indagine, a prescindere dalla titolarità formale del bene. Il giudice del riesame, nel valutare la legittimità del sequestro, non può sostituire la propria motivazione a quella mancante o carente del pubblico ministero, ma deve limitarsi a verificare la sussistenza dei presupposti di legge sulla base degli elementi acquisiti. Il terzo estraneo al reato, titolare del bene sequestrato, non è legittimato a proporre personalmente ricorso per cassazione avverso il provvedimento di sequestro, in quanto tale facoltà è riconosciuta esclusivamente all'imputato. La declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali, salvo che non ricorrano specifiche ragioni per non infliggere la sanzione pecuniaria conseguente all'inammissibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio S. - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Pe. Ar. ;

e

Pe. Ge. ;

avverso l'ordinanza del Tribunale di Padova in data 19 ottobre 2007;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. COLLA Giorgio;

udito il Procuratore Generale nella persona del Sostituto Dott. STABILE Carmine, che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.

FATTO E DIRITTO

Con l'ordinanza in epigrafe il Tribunale di Padova ha rigettato la richiesta di …

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