Cassazione civile Sez. Unite sentenza n. 6631 del 8 luglio 1998

ECLI:IT:CASS:1998:6631CIV

Massima

Massima ufficiale
Tra il provvedimento di sospensione cautelare adottato dal Consiglio Superiore della magistratura in sede disciplinare ed il rinvio a giudizio disposto, in sede penale, a carico del magistrato incolpato non esiste un rapporto di acritico automatismo (nel senso che alla sezione disciplinare e` consentito, ai fini della legittima adozione del provvedimento, un mero richiamo alla gravita` dell`ipotesi accusatoria astrattamente considerata), bensi` una correlazione dinamica per effetto della quale l`organo disciplinare non puo` esimersi dal prendere autonoma cognizione, sia pur allo stato degli atti, delle contrapposte tesi delle parti (e degli elementi che, in concreto, le supportino) in ordine alla possibile colpevolezza dell`indagato (nell`affermare il principio di diritto di cui in massima, la S.C. ha confermato il provvedimento di sospensione cautelare pronunciato dal C.S.M. nei confronti di un magistrato indagato per il delitto di concorso esterno in associazione mafiosa rilevando come il giudice disciplinare avesse correttamente motivato il proprio convincimento, fondandolo su di una armonica e complessiva valutazione delle singole acquisizioni processuali onde inferirne una delibazione dei fatti, sotto il profilo della rilevanza disciplinare, incensurabile in sede di legittimita` perche` compiuta attraverso l`analitico vaglio delle molteplici fonti probatorie disponibili).   da vedere:Sen 07/08/1995 8635 sez U Civ Sen 03/06/1997 4965 sez U Civ Sen 10/07/1997 6254 sez U Civ

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