Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14673 del 3 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:14673PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il delitto di sequestro di persona a scopo di estorsione, di cui all'art. 630 c.p., postula la dimostrazione della strumentalizzazione della persona umana in tutte le sue dimensioni, anche affettive e patrimoniali, rispetto al fine dell'agente di conseguire un profitto, consistente in qualsiasi utilità, anche di natura non patrimoniale, che rappresenti un vantaggio per il soggetto attivo del reato o per il terzo nel cui interesse egli abbia agito. A tal fine, il giudice di merito deve esplicitare puntualmente gli indicatori della specifica direzione della volontà dell'agente e della univoca finalizzazione della condotta a fini di profitto, non essendo sufficiente il mero richiamo all'esistenza di un'organizzazione finalizzata al trasferimento di clandestini dietro pagamento di una somma di denaro o ad affermazioni apodittiche sulla sussistenza del dolo specifico. Inoltre, la concessione dell'attenuante della lieve entità del fatto, prevista dall'art. 311 c.p. e applicabile anche al delitto di sequestro di persona a scopo di estorsione, presuppone una valutazione oggettivamente riferita al fatto nel suo complesso, con esplicita enunciazione nella motivazione di indicatori quali la natura, specie, mezzi, modalità e circostanze della condotta, l'entità del danno o del pericolo conseguente al reato, avuto riguardo a tempi, luoghi e modalità della privazione della libertà personale e all'ammontare delle somme oggetto della finalità estorsiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. TUDINO A. - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza dell'11/01/2018 della Corte d'Appello di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Alessandrina Tudino;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. TOCCI Stefano, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, Avv. (OMISSIS).
RITENUTO IN FATTO…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.