Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Lo stato di alterazione alla guida conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti può essere validamente accertato sulla base di elementi indiziari, quali il risultato del certificato di analisi, i chiarimenti forniti dal perito nominato, la dinamica del sinistro stradale, l'eloquio confuso del conducente e il ritrovamento di cocaina nel suo portafoglio. L'assenza di esplicito consenso al prelievo ematico effettuato su richiesta della polizia giudiziaria non determina l'inutilizzabilità degli esami compiuti, in quanto la specifica disciplina dettata dall'art. 186 e 187 del Codice della Strada non prevede un preventivo consenso dell'interessato al prelievo dei campioni biologici, oltre a quello eventualmente richiesto dalla natura delle operazioni sanitarie strumentali a detto accertamento. La mancata comunicazione della facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia al momento del prelievo determina una nullità di ordine generale a regime intermedio, che tuttavia deve ritenersi sanata qualora l'imputato formuli una richiesta di rito abbreviato.