Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condanna per il reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti di cui all'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990 può essere affermata sulla base di un complesso di elementi indiziari, anche di natura indiziaria, purché logicamente e giuridicamente coerenti e tali da escludere ragionevoli dubbi sulla responsabilità dell'imputato. In particolare, la prova della responsabilità può desumersi da: 1) videoriprese che documentino attività di spaccio in una zona notoriamente adibita a tale traffico; 2) dichiarazioni di acquirenti di droga che indichino gli imputati come fornitori, anche se successivamente ritrattate, ove risultino logicamente e giuridicamente apprezzabili; 3) comportamenti degli imputati, come l'avvertire gli spacciatori dell'arrivo della polizia e occultare la droga, che siano coerenti con il loro coinvolgimento nello spaccio; 4) assenza di elementi che dimostrino la loro estraneità o la loro qualità di meri assuntori di droga. Tali valutazioni di merito, se adeguatamente motivate, non sono sindacabili in sede di legittimità, salvo vizi logici o giuridici.