Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33207 del 23 agosto 2012

ECLI:IT:CASS:2012:33207PEN

Massima

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Il reato di diffamazione a mezzo di comunicazioni con più persone è configurabile anche quando l'imputato, in presenza di un pregresso contenzioso civile con la persona offesa, esprime nei suoi confronti apprezzamenti negativi, quali l'affermazione che essa non sia brava nel lavoro, non capisca nulla e sia un "disgraziato" e un "farabutto". Tali espressioni, pur potendo essere provocate da una situazione conflittuale, non integrano gli estremi dell'esimente della provocazione di cui all'art. 599 c.p., in quanto il contenzioso civile pregresso non costituisce un fatto ingiusto tale da giustificare l'offesa alla reputazione altrui. Il giudice di merito, nel valutare la configurabilità del reato di diffamazione, deve tenere conto del contesto in cui le espressioni offensive sono state pronunciate, ma non può riconoscere l'esimente della provocazione se le stesse, pur potendo essere originate da una situazione di conflitto, eccedono manifestamente il limite della continenza e risultano palesemente offensive della reputazione altrui. Inoltre, il giudice di merito non è tenuto ad ammettere prove testimoniali ulteriori rispetto a quelle indicate nell'imputazione, quando ciò risulti in contrasto con i limiti del capo di imputazione, potendo comunque valutare le circostanze emerse nel corso del procedimento per ricostruire compiutamente il fatto storico e la sua qualificazione giuridica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Presidente

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

il 30.5.2011 dall'avv. (OMISSIS), difensore di (OMISSIS), nato a (OMISSIS), avverso la sentenza del Tribunale di Lecce del 15 febbraio 2011.

Letto il ricorso e la sentenza impugnata.

Sentita la relazione del Consigliere dr. Paolo Antonio BRUNO.

Udite le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del Sostituto dr. Sante Spinaci, che ha chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.

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